Oggi uno dei problemi dell’economia circolare non è tanto che i materiali non vengano smaltiti e riciclati, ma piuttosto il fatto che non è chiaro a chi possano servire i materiali rigenerati. I marketplace del riciclo nascono invece proprio per mettere in contatto domanda e offerta dell’economia circolare.
Per divenire produttivo, il mondo del riciclo di rifiuti e materiali di scarto ha bisogno di 2 attori: le aziende e i privati che non hanno più bisogno di determinati prodotti - che devono dunque essere rivenduti, trasformati o riciclati - e altre aziende e privati che invece hanno bisogno proprio di quei prodotti.
In natura nulla va sprecato e lo scarto di qualcuno è nutrimento per altri. È questo il principio di app come My Foody e Last Minute Sotto Casa, progetti che aiutano i supermercati a non buttare il cibo prossimo alla scadenza. Secondo le Nazioni Unite, ogni anno vengono buttate via 1 miliardo di tonnellate di cibo, equivalenti al 17% di tutto il cibo prodotto. Lo spreco riguarda sia i privati (post acquisto) che supermercati e filiere (pre acquisto).
MyFoody e Last Minute Sotto Casa funzionano come app promozionali che segnalano agli utenti i prodotti in scadenza, acquistabili con lo sconto. La startup capostipite dell’anti spreco alimentare è Too Good to Go, nata nel 2015 in Danimarca e poi cresciuta in tutta Europa. Myfoody e Last Minute Sotto Casa sono invece startup italiane. In effetti nel nostro Paese il modello dei marketplace dei rifiuti è particolarmente sentito e va oltre il segmento del cibo.
Circularity è una startup B2B (business-to-business) che mette a disposizione una piattaforma e un sistema di matching per far incontrare imprese che hanno specifici bisogni di materie prime con aziende che hanno, invece, bisogno di smaltire esattamente le stesse materie prime. L’algoritmo di match permette di identificare combinazioni vincenti di imprese che operano su uno stesso ecosistema di risorse e materiali, che in questo modo possono essere rimessi in circolo.
Funziona con la stessa logica Wastly, che offre alle aziende la possibilità di vendere le Mps, ovvero materie prime trasformate che possono essere riutilizzate in modo pienamente efficiente da terze parti.
C’è poi Borsinorifiuti, che estende la circolarità dei rifiuti anche ai privati. La startup disintermedia la gestione dei rifiuti tramite un marketplace che mette in contatto aziende, privati e gestori ambientali.
La liberalizzazione del mercato dei rifiuti in vigore dal 2020 permette a gestori privati di sostituirsi ai comuni per la presa in carico dei rifiuti. Questa legge estende la responsabilità dei rifiuti ai produttori, ma allo stesso riconosce agli stessi la possibilità di venderli e comprarli, purché tutto avvenga con l’obiettivo del loro smaltimento e/o riutilizzo. BorsinoRifiuti ha fatto un passo in più, creando una sorta di borsa telematica dove venditori e compratori di rifiuti propongono prezzi per la vendita ed espongono costi per smaltimento e acquisto. Insomma, un business dinamico sulla liberalizzazione della gestione dei rifiuti, finalizzato a massimizzare i ricavi generabili dall’incontro di domanda e offerta.
Il punto di riferimento europeo di questo modello di marketplace digitale dinamico e finanziario dei rifiuti è Cyrkl, startup nata a Praga nel 2019 e presente in vari Paesi europei. Su Cyrkl è possibile vendere ogni tipo di rifiuto (dalle materie prime secondarie a materiali industriali di varia natura e origine): grazie a un algoritmo proprietario, le aziende hanno la possibilità di scoprire velocemente quanto possono risparmiare sui rifiuti vendendoli.
La rivoluzione in corso è doppia. Tendenzialmente fino a qualche anno fa liberarsi di materiali e rifiuti rappresentava un costo e a causa di malagestione era un danno per l’ambiente. Oggi si sta cercando di trasformarlo in un business e un beneficio per l’ambiente.